Spesso mi piace parlare delle differenze tra Italia e Gran Bretagna, mi sono dilungata più di una volta: sui mercatini, sull'afternoon tea, su come gli inglesi non percepiscono il brutto tempo e altre divagazioni o su come difficilmente un inglese indosserà una scarpa Dolce & Gabbana.
Una differenza che notano tutti, anche il turista mordi e fuggi, che si ferma a Londra, per 3 giorni e 2 notti; frangente durante il quale, consuma un intero paio di scarpe, camminando.
Sto parlando della differenza tra un bar italiano e un cafè anglosassone.
In Italia, si dice spesso, alla fine di incontri di lavoro: "andiamoci a prendere un caffè", cosa che si traduce in arrivare ad un bancone e frettolosamente ordinare "un caffè" (e qui si potrebbe aprire un altro capitolo: corto, lungo, macchiato, corretto, latte macchiato, cappuccino, cappuccino senza schiuma, macchiato in tazza grande, caffè in vetro...ecceteraeccetera).
In un unico sorso questa intensa e breve miscela arriva in gola e ci rigenera, poi si appoggia l'euro sul bancone, riprendiamo i 10 o 20 centesimi di resto e diremo, se il bar è il nostro solito bar: "Gino, ci vediamo dopo!" . Perchè questa operazione si replica diverse volte al giorno.
La stessa scena Oltre Manica la considero inverosimile, almeno che Gino non sia tuo marito e il cafè non sia di tua proprietà!
Di primo acchito, si potrà pensare che siano posti simili. Entri e vai al bancone e se tu chiedi un caffè, non ti arriva mai un espresso, quindi è sempre bene specificare.
Il commesso senza cambiare tono di voce ti chiederà "single or double" (e tu pensi come doppio? Ma tu sai quanti caffè bevo io in un giorno, ragazzo!), domanda successiva "take away or drink here?" (e tu pensi, ma come diavolo faccio a bere un caffè da passeggio!) quindi rispondi un po' perplesso "lo bevo qui, of course!" A questo punto altre differenze, paghi e ti accorgi che gli 80 centesimi sono passati alle 2 sterline e il commesso ti invita a sederti e te lo porterà lui. Nessuno atteccherà bottone o vi parlerlà di calcio o di politica.
L'area in cui ti siedi, spesso è molto calma, informale, con poltroncine e wi-fi annesso, a seconda della zona ti troverai un locale pieno di business men che lavorano silenziosamente ai loro PC o di giovani mamme che estraggono dalle loro borse come queste un biberon e un i-pad in contemporanea con la disinvoltura di chi sa che sono 2 oggetti compatibili l'un l'altro. Tu che volevi prendere un caffè al volo, ti trovi improvvisiamente in un mondo nuovo, caffè compreso, che non somiglierà al tuo solito caffè, ma in fondo ti dirai, beh certo il caffè fa schifo, ma il posto è confortevole, pensando già cosa raccontare a Gino.
Una differenza che notano tutti, anche il turista mordi e fuggi, che si ferma a Londra, per 3 giorni e 2 notti; frangente durante il quale, consuma un intero paio di scarpe, camminando.
Sto parlando della differenza tra un bar italiano e un cafè anglosassone.
In Italia, si dice spesso, alla fine di incontri di lavoro: "andiamoci a prendere un caffè", cosa che si traduce in arrivare ad un bancone e frettolosamente ordinare "un caffè" (e qui si potrebbe aprire un altro capitolo: corto, lungo, macchiato, corretto, latte macchiato, cappuccino, cappuccino senza schiuma, macchiato in tazza grande, caffè in vetro...ecceteraeccetera).
In un unico sorso questa intensa e breve miscela arriva in gola e ci rigenera, poi si appoggia l'euro sul bancone, riprendiamo i 10 o 20 centesimi di resto e diremo, se il bar è il nostro solito bar: "Gino, ci vediamo dopo!" . Perchè questa operazione si replica diverse volte al giorno.
La stessa scena Oltre Manica la considero inverosimile, almeno che Gino non sia tuo marito e il cafè non sia di tua proprietà!
Di primo acchito, si potrà pensare che siano posti simili. Entri e vai al bancone e se tu chiedi un caffè, non ti arriva mai un espresso, quindi è sempre bene specificare.
Il commesso senza cambiare tono di voce ti chiederà "single or double" (e tu pensi come doppio? Ma tu sai quanti caffè bevo io in un giorno, ragazzo!), domanda successiva "take away or drink here?" (e tu pensi, ma come diavolo faccio a bere un caffè da passeggio!) quindi rispondi un po' perplesso "lo bevo qui, of course!" A questo punto altre differenze, paghi e ti accorgi che gli 80 centesimi sono passati alle 2 sterline e il commesso ti invita a sederti e te lo porterà lui. Nessuno atteccherà bottone o vi parlerlà di calcio o di politica.
L'area in cui ti siedi, spesso è molto calma, informale, con poltroncine e wi-fi annesso, a seconda della zona ti troverai un locale pieno di business men che lavorano silenziosamente ai loro PC o di giovani mamme che estraggono dalle loro borse come queste un biberon e un i-pad in contemporanea con la disinvoltura di chi sa che sono 2 oggetti compatibili l'un l'altro. Tu che volevi prendere un caffè al volo, ti trovi improvvisiamente in un mondo nuovo, caffè compreso, che non somiglierà al tuo solito caffè, ma in fondo ti dirai, beh certo il caffè fa schifo, ma il posto è confortevole, pensando già cosa raccontare a Gino.